Guelmo Rosa è un’artista portoricano che attualmente vive a New York, attraverso la sua passione per l’arte e per gli uomini ha realizzato il suo brand di gioielli G2theR. Una serie di gioielli che vedono protagonisti corpi maschili e parti intime intagliate su materiali come l’ottone e l’argento.
L’ispirazione per le sue creazioni nasce dalle foto, che spesso gli vengono mandate dagli uomini che decide di trarre come soggetti. I gioielli di Guelmo Rosa sono davvero unici nel loro genere, basti pensare di avere due orecchini a forma di pene. La sua vita è sempre stata in bilico tra due realtà molto diverse come Puerto Rico e New York. La travolgente ed eccitante New York gli ha aperto un mondo, ha iniziato a vivere in piena libertà la sua sessualità sperimentando diverse pratiche sessuali che lo affascinano molto da inserire nelle sue creazioni, il bondage e lo shibari. Guelmo Rosa oltre a creare gioielli ama realizzare anche dei ritratti e disegni.
Tra i suoi obbiettivi futuri c’è la voglia di tornare nel suo paese d’origine, trasferire tutto il suo lavoro li e cercare di aiutare a crescere la comunità queer. Guelmo Rosa è un artista provocatorio e spinto, ma con una sensibilità unica che lo contraddistingue come l’amore verso la sua famiglia e in particolare verso la madre.
Com’è nata la tua passione per realizzare dei gioielli? Qual’è stato il tuo percorso?
Ho due lauree; una come insegnante di inglese e un altra in arti plastiche. Nove anni fa mi sono trasferito da Porto Rico a New York con l’intenzione di vivere una vita migliore e migliorare la mia arte. Purtroppo non è andata come mi aspettavo. Ho capito che avrei avuto bisogno di un lavoro per potermi permettere di vivere in una città come New York. Ho trovato un lavoro in un’azienda di gioielli e fare gioielli è diventata la mia passione.
L’ho visto come un nuovo mezzo che volevo dominare, ci sono voluti quattro anni per imparare il più possibile ed iniziare a creare dei pezzi da poter mostrare alla gente. Ho incominciato a disegnare trafile e le persone hanno iniziato a chiedermi di realizzarle ma in una dimensione ridotta così da poterli indossare come gioielli. Ho iniziato con orecchini con il pene. Da allora non mi sono più fermato. L’artista che è in me non può solo realizzare gioielli, quindi mi prendo sempre del tempo per eseguire ritratti, disegni ma su scale e materiali più grandi e pesanti. Accetto sempre commissioni.
Da dove nasce il nome del tuo brand G2theR?
G2theR nasce dal mio nome: Guelmo Rosa, Era il mio nickname di Instagram, ma il mio account è stato cancellato e non sono mai stato in grado di poter rimettere il mio vero nome nel nuovo profilo che ho aperto, così ho pensato che G2theR fosse carino, unico e l’ho messo. In futuro mi piacerebbe chiamare il mio marchio soltanto Guelmo, ma per ora G2theR è fantastico.
Perché la scelta di utilizzare come soggetti per le tue creazioni le parti intime o uomini nudi?
Sono sempre stato ossessionato dal corpo umano, in particolare dalla forma maschile. Da bambino mi dicevo che volevo vedere quanti più cazzi possibile in modo da poter diventare un esperto.
Sognavo un modo in cui avrei potuto immortalare ogni cazzo che vedevo. Fortunatamente ho avuto il dono dell’arte ed ora la uso per immortalare tutti i miei preferiti.
Come persone queer, cresciamo e tutti ci dicono cosa fare e cosa non fare. Provo a realizzare i miei desideri, per troppo tempo mi è stato detto che non avrei dovuto fare certe cose. Solo io posso decidere cosa fare nella mia vita, e ho deciso di disegnare peni e corpi maschili.
Come avviene la tua fase di ricerca e successivamente di progettazione?
Tumblr è stato per molti anni il mio migliore amico, il miglior sito dove poter trovare fotografie che m’ispiravano da trasformare in metallo. Purtroppo Tumblr è morto, e ho utilizzato Instagram, ma a causa della censura delle parti nude del corpo è diventato molto difficile persino pubblicare il mio lavoro. Dopo aver pubblicato un nuovo pezzo su Instagram, ricevevo centinaia di messaggi da persone di ogni parte del mondo che mi chiedevano di utilizzare le loro foto come ispirazione per i miei lavori. Mi piaceva molto ricevere tutte queste foto e poterle utilizzare, ma negli ultimi due anni sono iniziate a diminuire.
Ora utilizzo Twitter, mi piace trovare nuovi uomini che catturino la mia attenzione e gli mando messaggi. Chiedo il permesso per l’uso delle loro immagini e poi uno scambio di messaggi in cui condivido costantemente le immagini del processo di progettazione e gli effetti che ha su di me. Diventa uno scambio di messaggi molto sexy che si conclude con la finalizzazione dell’opera d’arte.
Che materiali utilizzi per realizzare i tuoi gioielli?
Sono diventato un amante dell’ottone e dell’argento sterling. Il filo di ottone in particolare mi ha dato la spinta di cui avevo bisogno per osare ed iniziare a condividere la mia arte con il mondo. Ora utilizzo lastre di ottone da cui taglio le sagome e poi incido i dettagli il tutto a mano.
Gli uomini che raffiguri hanno diverse fisicità e diversi generi, infatti troviamo twinks, bears, daddies, è una scelta per avere tanti clienti e un pubblico più vasto?
È molto importante per me abbracciare la diversità.Vorrei poter rendere ogni follower e ogni persona che incontro, in un pop up store o in una durante una mostra d’arte, importanti e farli sentire belli e sexy.
Purtroppo c’è molta discriminazione all’interno della comunità queer ed è mia responsabilità come artista assicurarmi di poter dare potere a coloro che vengono attaccati, abbracciando la loro unicità e bellezza. Tutti sono belli! Per me.
Tutto quello che desidero fare con la mia arte è responsabilizzare chiunque se ne innamori e se lo porti a casa. Voglio dare visibilità a coloro che rompono gli standard di bellezza.
Cosa provi quando vedi le tue creazioni indossate dagli uomini?
Adoro vedere le mie creazioni indossate da tutti. I miei sostenitori sono molto diversi nel modo in cui si presentano e nel loro genere. I miei girocolli spessi sono molto apprezzati dai clienti più grandi e più mascolini. I girocolli e orecchini più delicati come quelli di perle hanno più un genere fluido e più soggetti femminili. In generale mi piace vedere le persone indossare la mia arte perché è per loro che la creo. Ho lavorato negli ultimi nove anni nel settore della gioielleria, ho imparato a estrarne il buono: conoscenza e tecnica e il male: prodotto in serie, mancanza di rappresentazione queer, sfruttamento umano. Mi sono prefissato l’obiettivo di cambiarlo a modo mio. Faccio pezzi belli, unici e accessibili per far sentire la mia gente bella e adornata. Non produco mai in serie, realizzo ogni pezzo a mano.
In alcuni gioielli vengono rappresentate delle scene di bondage, che rapporto hai con questa pratica sessuale?
Sì, la maggior parte dei pezzi in cui è presente una scena di bondage deriva molto probabilmente da un’esperienza personale. Mi sono trasferito a New York quando avevo 30 anni. Provengo da una piccola cittadina agricola nel centro di Puerto Rico, Morovis. Sapevo molto poco cosa significasse essere gay. Avevo molta paura, ma sapendo che il mondo era pieno di così tante possibilità mi sono promesso di esplorare il più possibile, la mia sessualità e il mio genere.
In questi nove anni che sono stato a New York, ho sperimentato molti tipi di pratiche sessuali. Una delle mie ultime scoperte è stata la forma d’arte dello shibari. Avevo letto molto prima di decidere di provarla. È l’esperienza sessuale più potente che abbia mai fatto, dare il permesso di essere sottomesso e legato. The Dom @ thiktool_v2 su instagram è un fotografo che scatta foto della pratica dello shibari, ed io successivamente trasformo le mie preferite nella mia arte in ottone.
Voglio provare tutto almeno una volta nella vita, voglio poter dire che l’ho fatto invece di vorrei averlo fatto. Se non mi piace non lo rifarò, ma almeno ci ho provato. Se mi è piaciuto, posso aggiungerlo alle mie preferenze. Sono stato legato tre volte adesso, sono decisamente un fan dello Shibari.
Come si vive in Porto Rico la sessualità gay?
Ho lasciato Puerto Rico a causa della sua mancanza di sessualità gay. Ho vissuto nel Bronx, dall’età di tre anni fino ai quattordici. Sono sempre stato molto queer sin dalla tenera età, ma a New York non sono mai stato vittima di bullismo per essere diverso. Il momento in cui coi miei genitori siamo tornati a Puerto Rico. Quello è stato il momento in cui la mia vita è diventata più difficile. Lì sono stato vittima di bullismo e mi hanno chiamato con nomi che non capivo nemmeno: Pato, maricón, mamabicho, nenita, ecc… Tornerò a Puerto Rico a febbraio, sapendo che tornerò nel posto da cui sono scappato, so che però New York mi ha reso il più forte che abbia mai visto. Sono pronto a rivoluzionare la scena queer portoricana nel 2021.
Che progetti hai per il futuro?
Trasferirmi a Puerto Rico a febbraio, spostando anche il mio Studio Rosa ed espandere il mio marchio il più possibile. Sto lavorando su alcuni articoli di abbigliamento e articoli per la casa che mi piacerebbe avere pronti per il prossimo anno. Mi piacerebbe lavorare nel mio quartiere a Porto Rico per sviluppare un centro per i giovani queer, dove possono essere se stessi e dare loro gli strumenti di cui avranno bisogno per avere il maggior successo possibile nella vita. Continuare a risparmiare, così posso finalmente costruire la casa e fattoria dei miei sogni e dare a mia madre una qualità di vita migliore. Lei è il mio tutto.
Guelmo Rosa